Le nove vite di Alberto Mario Cirese 1: Le patrie culturali
Alberto Cirese ha
compiuto cinque viaggi di studio in Messico (1979, 1981, 1982, 1986, 1987),
con soggiorni estivi di diverse settimane per volta su invito di istituzioni
universitarie messicane. I primi tre viaggi sono a Città del Messico,
per tenere seminari avanzati; il quarto, a Colima, Comala e Suchitlán,
vede Cirese all'opera anche nella ricerca d'archivio e di campo; il quinto,
a Toluca, lo trova impegnato come conferenziere a riflettere sull'identità
messicana e sul turismo come fattore di cambiamento culturale. |
Città del Messico, Universidad Autónoma Metropolitana (UAM), 1981 (Archivio Cirese, Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale - Roma) |
Ne emerge un quadro
ricco e articolato, con spunti persino sorprendenti rispetto alla collocazione
di Cirese nella storia degli studi italiani. Cirese viene chiamato in
Messico in quanto esponente italiano più solido e più autorevole
del dialogo tra antropologia e marxismo, e soprattutto in quanto studioso
che aveva approfondito in modo originale la riflessione su Gramsci. Nel
suo saggio, a p. 322, Zanotelli cita e traduce un passo da un articolo
del 1999 di Gilberto Giménez: "[...] linteresse per
lo studio della cultura come oggetto di una disciplina specifica e con
una prospettiva teorico-metodologica pure specifica è molto recente
in Messico e non va più indietro di 20 anni. Possiamo affermare
che tale interesse nasce strettamente vincolato alla scoperta delle opere
di Antonio Gramsci negli anni Settanta [
]. Però la figura
di Gramsci ci arrivò filtrata, in gran parte, dalla demologia italiana,
il cui maggior esponente, Alberto M. Cirese, fece indiscutibilmente da
impulso e da catalizzatore iniziale degli studi culturali nel nostro paese".
Ma in realtà ben presto il dialogo di Cirese con i suoi interlocutori
messicani si allarga e la riflessione si sposta su come concetti quali
egemonia, subalternità, dislivelli di cultura, cultura popolare
si applichino alle moderne società complesse e ai loro consumi
culturali di massa. Questioni che in Italia la demologia affrontò
solo di sfuggita. "Insomma, - dice Zanotelli a p. 330 - alcuni antropologi,
sociologi e scienziati della comunicazione messicana, uniti dallesperienza
dei seminari gramsciani di Cirese, elaborano una prospettiva di ricerca
per certi versi simile a quella dei cultural studies britannici
almeno dal punto di vista delloggetto e dellopzione
di interesse nei confronti del consumo della cultura; una svolta che Cirese
e i suoi primi allievi in Italia non perseguono. |
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